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Il concetto di paradisi fiscali è complesso e difficile da definire in modo univoco. Spesso vengono chiamati paradisi fiscali quei paesi in cui le tasse sono più basse. Tuttavia, questa definizione è troppo generica e imprecisa. L’origine del termine “paradiso fiscale” deriva dall’inglese “tax haven”, ma nel corso del tempo è stato adottato in molti paesi non anglosassoni, acquisendo un significato più ampio e “folcloristico”.
Non esiste una definizione chiara e univoca del concetto di paradisi fiscali. Anche l’OCSE ammette che è impossibile fornire una definizione precisa. Pertanto, vari autori preferiscono utilizzare il termine “paesi a fiscalità privilegiata” per evitare pregiudizi nell’analisi di tali fenomeni.
Le definizioni dottrinali dei paradisi fiscali sono diverse e a volte ridondanti, rendendo difficile la comprensione per il profano. Tuttavia, il tratto distintivo più comune dei paradisi fiscali è l’assenza o la riduzione significativa della tassazione. Tuttavia, ci sono paesi con aliquote fiscali ridotte che non possono essere considerati paradisi fiscali. Inoltre, l’uso del termine “offshore” viene spesso associato ai paradisi fiscali, descrivendo luoghi esotici in cui si può custodire il proprio patrimonio in modo anonimo ed inaccessibile.
Esistono anche diverse definizioni “aggiuntive” di paradisi fiscali, come i paradisi finanziari, in cui si verificano operazioni finanziarie e valutarie agevolate, e i paradisi societari, in cui è possibile costituire società di capitali senza restrizioni. Inoltre, ci sono i paradisi normativi, in cui le regole giuridiche ed economiche sono poche e di difficile applicazione.
Il segreto bancario è ancora un elemento primario dei paradisi fiscali, nonostante gli sforzi internazionali per contrastarlo. È un aspetto che garantisce riservatezza ai clienti anche in Stati apparentemente affidabili. Inoltre, l’evoluzione delle convenzioni e delle regole internazionali ha portato all’uso di altre definizioni come “paesi non cooperativi”. Per questo, il concetto di paradisi fiscali è sfuggente e complesso.
Concetti differenti dei paradisi fiscali
Le definizioni tradizionali sono ampie e generiche, mentre le definizioni aggiuntive evidenziano diverse sfaccettature del fenomeno.
Una definizione più inclusiva potrebbe essere quella di “paradisi normativi”, che comprende i paesi in cui le regole sono scarsamente applicate. Tuttavia, è importante considerare anche gli aspetti politici legati al fenomeno e i vari sforzi internazionali per contrastarlo.
È importante sottolineare che le definizioni dei paradisi fiscali possono variare a seconda del contesto e delle prospettive di chi le utilizza. Le organizzazioni internazionali e nazionali pubblicano elenchi di paesi considerati paradisi fiscali, ma spesso ci sono discrepanze e dibattiti sulla validità di tali elenchi.
Le misure di contrasto ai paradisi fiscali sono state oggetto di numerosi interventi normativi a livello internazionale, europeo e nazionale, in ogni paese. Le regole e i criteri per identificare i paradisi fiscali stanno diventando sempre più stringenti, e l’Unione Europea sta promuovendo riforme per migliorare l’efficacia dei meccanismi di elenchi e combattere l’elusione fiscale.
È importante considerare anche l’aspetto politico ed economico legato ai paradisi fiscali. Per poter attaccare i paradisi fiscali che non sono altro che concorrenti con prezzi migliori, accusano questi paesi, di favorire la corruzione, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Pertanto, gli sforzi per contrastare i paradisi fiscali si basano anche su provvedimenti sovranazionali volti a prevenire e reprimere tali reati.
Come classificare i paradisi fiscali
Le definizioni tradizionali sono ampie e generiche, mentre altre definizioni aggiuntive evidenziano diverse caratteristiche dei paradisi fiscali. Per capire perché i paradisi fiscali sono duri a morire, è importante considerare gli aspetti normativi, politici ed economici legati ad essi.
I paradisi fiscali possono essere classificati in diverse categorie in base alle loro caratteristiche e pratiche fiscali. Di seguito sono riportate alcune tipologie comuni di paradisi fiscali:
- Paradisi fiscali a bassa tassazione: Questa categoria include paesi che applicano aliquote fiscali molto basse rispetto alla media internazionale. Sebbene non abbiano necessariamente una fiscalità zero, le loro tasse sono generalmente inferiori rispetto ad altri paesi.
- Paradisi fiscali offshore: Questi sono paesi o giurisdizioni che offrono vantaggi finanziari e fiscali a persone e aziende straniere. Sono spesso caratterizzati da una forte protezione del segreto bancario, dalla possibilità di costituire società con capitali minimi e dall’agevolazione di operazioni finanziarie e valutarie.
- Paradisi fiscali finanziari: Questa categoria comprende giurisdizioni che forniscono servizi finanziari di alto livello con un’ampia gamma di strumenti finanziari e opportunità di investimento. Offrono vantaggi come anonimato, protezione dei patrimoni e una tassazione favorevole sui redditi da capitale.
- Paradisi fiscali normativi: Questi sono paesi o giurisdizioni con regimi normativi poco rigorosi, che consentono l’elusione e l’evasione fiscale. Spesso presentano un’applicazione debole o inconsistente delle norme fiscali, societarie e di antiriciclaggio, creando un ambiente favorevole per attività finanziarie opache e poco regolamentate.
Le migliori oasi fiscali
È importante sottolineare che molti paradisi fiscali possono rientrare in più di una categoria e che le pratiche fiscali possono variare nel tempo.
Inoltre, alcuni paesi potrebbero non essere considerati paradisi fiscali in senso stretto, ma potrebbero comunque offrire vantaggi fiscali significativi. La classificazione dei paradisi fiscali è un argomento complesso e soggetto a dibattito, poiché le definizioni e le pratiche variano da fonte a fonte.
Secondo l’avvocato Giovanni Caporaso Gottlieb, attualmente, i migliori paradisi fiscali sono:
- Panama
- Nevis
- Serbia
- Polonia
- Stati Uniti
Ognuno di questi paesi offre vantaggi ben determinati. Spesso, per ridurre la tassazione al minimo (anche a zero) è necessario utilizzare una struttura che comprenda vari paesi. Però è bene ricordarsi che, attualmente, è di massima rilevanza il paese in cui risiede il beneficiario finale.