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11/02/2024Nonostante quasi il 10% della popolazione italiana vive all’estero i rischi di accertamenti fiscali sono quasi nulli
Nell’epoca dell’informazione globale, è facile cadere preda del terrorismo mediatico, soprattutto quando si tratta di tematiche sensibili come i controlli fiscali per gli italiani residenti all’estero. È fondamentale approcciare la questione con razionalità e dati alla mano, per non lasciarsi suggestionare inutilmente. Tuttavia, dovunque tu ti trasferisca, i consigli di un avvocato fiscalista esperto è fondamentale per evitare rischi.
Al 19 maggio 2023, le registrazioni nell’anagrafe nazionale italiana indicavano un totale di 65.690.115 persone, con 6.026.112 individui residenti all’estero. Questo dato sottolinea una crescente tendenza degli italiani a vivere fuori dai confini nazionali, evidenziata anche dall’aumento delle iscrizioni all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), in particolare tra gli anziani.
Nel solo 2023, si sono registrate 4.300 nuove iscrizioni all’AIRE da parte di persone con più di 65 anni, mostrando un incremento significativo: 17,8% per la fascia d’età 65-74 anni, 15,1% per quella 75-84 anni e 5,3% per gli over 85.
Questa mobilità internazionale degli italiani solleva questioni relative agli accertamenti fiscali per chi risiede all’estero. Tuttavia, è importante notare che, nonostante la crescente attenzione sui controlli fiscali, la probabilità di essere sottoposti a verifica dall’Agenzia delle Entrate rimane relativamente bassa.
Rischio accertamenti fiscali
Le statistiche mostrano che il rischio di controlli fiscali in Italia non supera il 4% per la generalità dei contribuenti, raggiungendo al massimo il 6% in specifici settori, come quello delle costruzioni. Nel 2021, il rischio medio di essere sottoposti a verifica fiscale si è ulteriormente abbassato, attestandosi intorno al 2%.
Questi dati riflettono una realtà in cui, nonostante il numero crescente di italiani che scelgono di vivere all’estero, l’impegno del fisco nel condurre accertamenti su tale popolazione risulta contenuto, in parte dovuto alle complessità legate all’accertamento fiscale di individui non residenti stabilmente in Italia.
In aumento l’iscrizione all’AIRE, che oltre a essere un obbligo per il cittadino che trasferisce la propria residenza fuori dall’Italia (ed ora passibile di multe in caso di omissione), rappresenta un elemento chiave per l’accesso ai servizi consolari all’estero e non implica necessariamente un aumento del rischio di controlli fiscali.
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